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BALVERSA®

â–¼ Questo medicamento è soggetto a monitoraggio addizionale. Ciò consente una rapida identificazione delle nuove conoscenze in materia di sicurezza. Chi esercita una professione sanitaria è invitato a segnalare un nuovo o serio effetto collaterale sospetto. Per le indicazioni sulla notifica degli effetti collaterali, cfr. la rubrica «Effetti indesiderati».

BALVERSA®

Janssen-Cilag AG

Composizione

Principi attivi

Erdafitinib

Sostanze ausiliarie

Nucleo della compressa: croscarmellosa sodica, magnesio stearato, mannitolo, meglumina e cellulosa microcristallina.

Film di rivestimento: glicerolo monocaprilocaprato tipo I, alcool polivinilico (parzialmente idrolizzato), sodio laurilsolfato, talco, titanio diossido (E 171), ossido di ferro giallo (E 172), ossido di ferro rosso (E 172) (solo nelle compresse rivestite con film arancioni (4 mg) e marroni (5 mg), ossido di ferro nero (E 172) (solo nelle compresse rivestite con film marroni (5 mg)).

Contenuto di sodio

Compressa rivestita con film da 3 mg: 0,33 mg di sodio

Compressa rivestita con film da 4 mg: 0,44 mg di sodio

Compressa rivestita con film da 5 mg: 0,55 mg di sodio

Forma farmaceutica e quantità di principio attivo per unità

Per uso orale.

Compressa rivestita con film da 3 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 3 mg di erdafitinib. Compresse rivestite con film di colore giallo, rotonde, con impresso «3» su un lato e «EF» sull'altro lato.

Compressa rivestita con film da 4 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 4 mg di erdafitinib. Compresse rivestite con film di colore arancione, rotonde, con impresso «4» su un lato e «EF» sull'altro lato.

Compressa rivestita con film da 5 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 5 mg di erdafitinib. Compresse rivestite con film di colore marrone, rotonde, con impresso «5» su un lato e «EF» sull'altro lato.

Indicazioni/Possibilità d'impiego

BALVERSA come monoterapia è indicato per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma uroteliale (UC) non resecabile o metastatico con alterazione di FGFR3 (recettore del fattore di crescita dei fibroblasti 3), nei quali la malattia è progredita durante o dopo almeno una terapia con un inibitore di PD-1 o PD-L1 (Programmed death receptor-1 o Programmed death-ligand 1) e dopo una chemioterapia a base di platino, se appropriata (cfr. Efficacia clinica).

Posologia/Impiego

L'uso di BALVERSA deve avvenire solo sotto la guida di personale medico esperto nel trattamento del carcinoma uroteliale.

Prima di iniziare il trattamento con BALVERSA, nei pazienti deve essere confermata, mediante un test validato, la presenza di determinate alterazioni di FGFR3 (cfr. Proprietà/effetti – Efficacia clinica).

Posologia abituale (adulti ≥18 anni)

La dose iniziale raccomandata di BALVERSA è di 8 mg per via orale una volta al giorno. Se risultano soddisfatti i criteri (cfr. Posologia/impiego Adeguamento della dose), la dose può essere aumentata su base individuale a 9 mg al giorno, in base alla concentrazione di fosfato sierico e alla tossicità correlata al medicamento.

Impiego

Le compresse rivestite con film devono essere assunte intere, con o senza cibo. In caso di vomito dopo l'assunzione di BALVERSA, la dose successiva deve essere assunta il giorno dopo.

Il consumo di pompelmo o arance amare (arance di Siviglia) durante l'assunzione di BALVERSA deve essere evitato a causa della forte inibizione del CYP3A4.

La terapia deve essere proseguita fino alla progressione della malattia o al verificarsi di una tossicità inaccettabile.

Assunzione dimenticata

Se viene dimenticata una dose di BALVERSA, questa può essere assunta il prima possibile lo stesso giorno. Il giorno successivo, BALVERSA deve essere ripreso alla posologia abituale giornaliera. Non devono essere assunte compresse rivestite con film in più per compensare la dimenticanza della dose.

Adeguamenti della dose

Titolazione individuale in base alla concentrazione sierica di fosfato e alla tossicità correlata al medicamento

La concentrazione sierica di fosfato (PO4) deve essere determinata tra 14 e 21 giorni dall'inizio della terapia. La dose deve essere aumentata il prima possibile a 9 mg al giorno, se la concentrazione sierica di fosfato (PO4) è < 9,0 mg/dl e se non si manifesta tossicità correlata al medicamento (cfr. Tabella 2). Dopo il Giorno 21, il livello sierico di fosfato non deve più essere utilizzato come base per l'aumento della dose.

Adeguamento della dose a causa di effetti indesiderati/interazioni

Per le eventuali riduzioni della dose e le misure da adottare in caso di effetti indesiderati, cfr. le Tabelle 1-4.

Tabella 1: Schema di riduzione della dose di BALVERSA

Dose

1ª riduzione della dose

2ª riduzione della dose

3ª riduzione della dose

4ª riduzione della dose

5ª riduzione della dose

9 mg

(tre compresse rivestite con film da 3 mg)

8 mg

(due compresse rivestite con film da 4 mg)

6 mg

(due compresse rivestite con film da 3 mg)

5 mg

(una compressa rivestita con film da 5 mg)

4 mg

(una compressa rivestita con film da 4 mg)

Interruzione

8 mg

(due compresse rivestite con film da 4 mg)

6 mg

(due compresse rivestite con film da 3 mg)

5 mg

(una compressa rivestita con film da 5 mg)

4 mg

(una compressa rivestita con film da 4 mg)

Interruzione

--

 

Terapia dell'iperfosfatemia

L'iperfosfatemia è un'anomalia di laboratorio attesa e transitoria degli inibitori di FGFR (cfr. Farmacodinamica). La concentrazione di fosfato deve essere monitorata mensilmente. In presenza di un aumento delle concentrazioni di fosfato in pazienti trattati con BALVERSA, devono essere seguite le raccomandazioni per l'adeguamento della dose di cui alla Tabella 2. Se l'aumento delle concentrazioni di fosfato persiste, può essere presa in considerazione la somministrazione aggiuntiva di un legante del fosfato non contenente calcio (ad es. sevelamer carbonato).

Tabella 2: Adeguamenti della dose raccomandati in base alla concentrazione sierica di fosfato associata all'uso di BALVERSA dopo la titolazione

Concentrazione sierica di fosfato

Terapia con BALVERSAa

< 6,99 mg/dl

(< 2,24 mmol/l)

Proseguire BALVERSA alla dose attuale.

7,00-8,99 mg/dl

(2,25-2,90 mmol/l)

Proseguire la terapia con BALVERSA.

Avviare una terapia con un legante del fosfato, da assumere con del cibo fino al raggiungimento di un livello di fosfato < 7,00 mg/dl.

Se il livello sierico di fosfato sierico rimane ≥7,00 mg/dl per un periodo di 2 mesi o se clinicamente necessario, deve essere effettuata una riduzione della dose.

9,00-10,00 mg/dl

(2,91-3,20 mmol/l)

Sospendere la terapia con BALVERSA finché il livello sierico di fosfato non ritorna ≤7,00 mg/dl (si raccomanda il monitoraggio settimanale).

Avviare una terapia con un legante del fosfato, da assumere con del cibo fino al raggiungimento di un livello di fosfato < 7,00 mg/dl.

Riprendere la terapia alla stessa dose.

Se il livello sierico di fosfato sierico rimane ≥9,00 mg/dl per un periodo di 1 mese o se clinicamente necessario, deve essere effettuata una riduzione della dose.

> 10,00 mg/dl

(> 3,20 mmol/l)

Sospendere la terapia con BALVERSA finché il livello sierico di fosfato non ritorna < 7,00 mg/dl (si raccomanda il monitoraggio settimanale).

Riprendere la terapia alla prima dose ridotta.

Se i livelli sierici di fosfato sono ≥10,00 mg/dl per > 2 settimane, erdafitinib deve essere interrotto definitivamente.

Trattamento dei sintomi in base alle esigenze cliniche.

Alterazione significativa della funzionalità renale rispetto al basale o ipocalcemia di grado 3 dovuta ad iperfosfatemia.

BALVERSA deve essere interrotto definitivamente.

a Se le concentrazioni di fosfato sono ≥5,5 mg/dl (1,75 mmol/l), l'assunzione di fosfato deve essere limitato a 600-800 mg/giorno.

 

Terapia delle patologie dell'occhio

Prima di iniziare la terapia con BALVERSA deve essere effettuata una visita oftalmologica basale comprensiva di test della griglia di Amsler, fondoscopia, prova di acuità visiva e, se disponibile, tomografia a coerenza ottica (OCT). Il trattamento con BALVERSA deve essere interrotto o modificato in funzione della tossicità correlata a erdafitinib come descritto nella Tabella 3.

Tabella 3: Raccomandazioni per la terapia delle patologie dell'occhio con BALVERSA

Classificazione della gravità

Gestione della dose di BALVERSA

Grado 1:

Sintomi assenti o lievi; solo osservazioni cliniche o diagnostiche oppure test della griglia di Amsler anormale.

Inviare il paziente alla visita oftalmologica (VO). Se non è possibile eseguire una VO entro 7 giorni, interrompere la terapia con BALVERSA fino a quando non è possibile eseguire la VO.

Se la VO non mostra segni di tossicità oculare, proseguire con BALVERSA alla stessa dose.

Se la VO evidenzia cheratite o anomalie retiniche (ad es. retinopatia sierosa centrale (RCSa)), la terapia con BALVERSA deve essere interrotta fino alla completa risoluzione dei sintomi. Se i sintomi regrediscono entro 4 settimane dalla VO, proseguire la terapia alla dose immediatamente inferiore.

Dopo la ri-somministrazione di BALVERSA, monitorare per eventuali recidive ogni 1-2 settimane per un mese. Se i sintomi non si ripresentano, può essere preso in considerazione un aumento della dose.

Grado 2:

Moderata riduzione dell'acuità visiva; limitazione delle attività della vita quotidiana appropriate per l'età (ADL, competenza quotidiana).

Sospendere immediatamente BALVERSA e inviare a il paziente alla VO.

La terapia con BALVERSA deve essere ripresa al livello di dose immediatamente inferiore.

Se la VO evidenzia cheratite o anomalie retiniche (ad es. RCS), sospendere BALVERSA fino alla risoluzione.

Se i sintomi si risolvono completamente entro 4 settimane dalla VO, la terapia con BALVERSA deve essere ripresa alla dose immediatamente inferiore.

Dopo la ri-somministrazione di BALVERSA, monitorare per eventuali recidive ogni 1-2 settimane per un mese.

Grado 3:

Quadro grave o clinicamente significativo, ma senza imminente pericolo per la vista; limitazione delle attività della vita quotidiana.

Sospendere immediatamente BALVERSA e inviare a il paziente alla VO.

Se i sintomi si risolvono completamente entro 4 settimane, la terapia con BALVERSA deve essere ripresa a 2 livelli di dose inferiori.

Monitorare per eventuali recidive ogni 1-2 settimane per un mese.

Se i sintomi si ripresentano, considerare un'interruzione definitiva.

Grado 4:

Conseguenze pericolose per la vista; cecità (20/200 o peggiore).

Interrompere definitivamente BALVERSA.

Monitorare fino a completa risoluzione o stabilizzazione.

a RCS: retinopathia centralis serosa (retinopatia sierosa centrale)

 

Modifica della dose in caso di altri effetti indesiderati

In associazione a BALVERSA sono state osservate alterazioni a carico di unghie, cute e mucose. Attenersi alle raccomandazioni relative all'adeguamento della dose riportate nella Tabella 4.

Tabella 4: Adeguamenti della dose raccomandati in caso di reazioni avverse a carico di unghie, cute e mucose associate all'uso di BALVERSA

Gravità dell'effetto indesiderato

BALVERSA

Patologia delle unghie

Gestione della dose di BALVERSA

Grado 1:

Proseguire la terapia alla dose attuale.

Grado 2:

Considerare l'interruzione della terapia con BALVERSA e una rivalutazione dopo 1-2 settimane. Se si tratta del primo episodio e il quadro si risolve a un grado ≤1 o al basale entro 2 settimane, riprendere alla stessa dose.

In caso di evento ricorrente o se sono necessarie più di 2 settimane perché i sintomi ritornino a un grado ≤1 o al basale, proseguire la terapia al livello di dose inferiore.

Grado 3:

Sospendere la terapia con BALVERSA e rivalutare dopo 1-2 settimane.

Se i sintomi si risolvono a un grado ≤1 o al basale, proseguire la terapia al livello di dose inferiore.

Grado 4:

Sospendere BALVERSA.

Cute secca e tossicità cutanea

 

Grado 1:

Proseguire la terapia alla dose attuale.

Grado 2:

Proseguire la terapia alla dose attuale.

Grado 3:

Sospendere la terapia con BALVERSA (per un massimo di 28 giorni) e rivalutare settimanalmente il quadro clinico.

Se i sintomi si risolvono a un grado ≤1 o al basale, proseguire la terapia al livello di dose inferiore.

Grado 4:

Sospendere BALVERSA.

Mucosite orale

 

Grado 1:

Proseguire la terapia alla dose attuale.

Grado 2:

Se il paziente manifesta altri eventi indesiderati di grado 2 associati al medicamento, considerare l'interruzione della terapia con BALVERSA.

La terapia con BALVERSA deve essere interrotta se il paziente è in trattamento sintomatico da più di una settimana.

Se la terapia con BALVERSA viene interrotta, rivalutare entro 2 settimane.

Se si tratta del primo episodio di tossicità e il quadro si risolve a un grado ≤1 o al basale entro 2 settimane, riprendere alla stessa dose.

In caso di evento ricorrente o se sono necessarie più di 2 settimane perché i sintomi ritornino a un grado ≤1 o al basale, proseguire la terapia al livello di dose inferiore.

Grado 3:

Sospendere la terapia con BALVERSA e rivalutare il quadro clinico dopo 1-2 settimane.

Se i sintomi si risolvono a un grado ≤1 o al basale, proseguire la terapia al livello di dose inferiore.

Grado 4:

Sospendere BALVERSA.

Bocca secca

 

Grado 1:

Proseguire BALVERSA alla dose attuale.

Grado 2:

Proseguire BALVERSA alla dose attuale.

Grado 3:

Sospendere la terapia con BALVERSA (per un massimo di 28 giorni) e rivalutare settimanalmente il quadro clinico.

Se i sintomi si risolvono a un grado ≤1 o al basale, proseguire la terapia al livello di dose inferiore.

 

Istruzioni posologiche speciali

Pazienti con disturbi della funzionalità epatica

Non è necessario alcun adeguamento della dose in pazienti con compromissione epatica lieve o moderata (cfr. Farmacocinetica). Sono disponibili solo dati limitati in pazienti con funzionalità epatica fortemente compromessa.

Pazienti con disturbi della funzionalità renale

In base alle analisi farmacocinetiche di popolazione, non è necessario alcun adeguamento della dose in pazienti con compromissione renale lieve o moderata (cfr. Farmacocinetica). Sono disponibili solo dati limitati in pazienti con funzionalità renale fortemente compromessa.

Pazienti anziani (di età pari o superiore ai 65 anni)

In generale non sono state riscontrate differenze per quanto riguarda la sicurezza o l'efficacia tra i pazienti anziani e i giovani adulti. Non si ritengono necessari specifici adeguamenti della dose nei pazienti anziani (cfr. Efficacia clinica e Effetti indesiderati).

Popolazione pediatrica (< 18 anni)

La sicurezza e l'efficacia di erdafitinib in bambini e adolescenti non è dimostrata. Non ci sono dati disponibili.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o una qualsiasi delle sostanze ausiliarie.

Avvertenze e misure precauzionali

Patologie dell'occhio

BALVERSA può causare patologie dell'occhio, tra cui retinopatia sierosa centrale (RCS) (un termine collettivo che include anche il distacco dell'epitelio pigmentato della retina (DEP)), con conseguenti difetti del campo visivo.

La RCS è stata riportata in 165 pazienti trattati con BALVERSA, con un tempo mediano al primo evento di 50,0 giorni. La RCS di grado 3 o 4 è stata riportata nell'1,3% dei pazienti. Sulla base del set di sicurezza completo di 1081 pazienti, la retinopatia sierosa centrale si è risolta in 104 pazienti su 165 e non si è risolta in 61 pazienti su 165. Tra i pazienti con RCS, 69 pazienti hanno interrotto la dose e 88 la hanno ridotta. In 18 pazienti, erdafitinib è stato sospeso per le seguenti ragioni: distacco dell'epitelio pigmentato della retina (DEP) (9), corioretinopatia (3), maculopatia (3), distacco retinico (1), retinopatia (1), fluido subretinico (1) e distacco sieroso della retina (1).

Sintomi di occhio secco si sono manifestati in 197 pazienti durante la terapia con BALVERSA e in 4 pazienti hanno raggiunto il grado 3 o 4. Tutti i pazienti devono usare demulcenti oculari (ad es. sostituti lacrimali artificiali, gel o unguenti oculari idratanti o lubrificanti) almeno ogni 2 ore durante la fase di veglia per la profilassi o la terapia dell'occhio secco. L'occhio secco grave correlato alla terapia deve essere valutato da un oculista.

Una visita oftalmologica comprensiva di test della griglia Amsler deve essere eseguita mensilmente nei primi 4 mesi di terapia, successivamente ogni 3 mesi e su base urgente in qualsiasi momento in caso di disturbi della vista. In caso di anomalie, seguire le raccomandazioni di cui alla Tabella 3 (cfr. Posologia/impiego).

La visita oftalmologica deve includere la valutazione dell'acuità visiva, l'esame con lampada a fessura, la fondoscopia e, se disponibile, la tomografia a coerenza ottica.

BALVERSA deve essere interrotto all'insorgenza di RCS e sospeso definitivamente se la RCS non si risolve entro 4 settimane o se raggiunge il grado 4. In caso di effetti indesiderati oculari, attenersi alle raccomandazioni per l'adeguamento della dose (cfr. Posologia/impiego).

Iperfosfatemia e calcificazione dei tessuti molli

BALVERSA può causare iperfosfatemia. L'iperfosfatemia persistente può provocare calcificazione dei tessuti molli, calcinosi cutanea, calcifilassi non uremica, ipocalcemia, anemia, iperparatiroidismo secondario, crampi muscolari, crisi convulsive, prolungamento dell'intervallo QT e aritmie cardiache. L'iperfosfatemia è stata riportata precocemente durante il trattamento con BALVERSA, con la maggior parte degli eventi osservati entro i primi 3-4 mesi ed eventi di grado 3 osservati entro il primo mese.

Il paziente deve essere monitorato per iperfosfatemia durante il trattamento. L'apporto di fosfato nel cibo deve essere limitato (600-800 mg al giorno) e l'uso concomitante di sostanze che possono aumentare i livelli sierici di fosfato deve essere evitato con livelli sierici di fosfato > 5,5 mg/dl. L'integrazione con vitamina D non è raccomandata nei pazienti trattati con erdafitinib, in quanto potrebbe contribuire all'aumento dei livelli sierici di fosfato e calcio.

Se i livelli sierici di fosfato sono superiori a 7,0 mg/dl, deve essere presa in considerazione la somministrazione di un legante del fosfato orale fino a quando i livelli sierici di fosfato non ritornino a < 7,0 mg/dl. A seconda della durata e della gravità dell'iperfosfatemia, interrompere la terapia con BALVERSA, ridurre la dose di BALVERSA o sospendere definitivamente BALVERSA secondo quanto riportato nella Tabella 2 (cfr. Posologia/impiego).

Uso con medicamenti che prolungano l'intervallo QT

Si raccomanda cautela nella somministrazione di BALVERSA con medicamenti che prolungano l'intervallo QT o con medicamenti in grado di indurre torsioni di punta, come gli antiaritmici di classe IA o classe III (ad es. amiodarone, sotalolo), antibiotici macrolidi, SSRI (ad es. citalopram, escitalopram), metadone, moxifloxacina e antipsicotici (ad es. aloperidolo).

Tossicità riproduttiva e dello sviluppo

In base ai risultati degli studi di riproduzione sugli animali, erdafitinib può danneggiare il feto se usato durante la gravidanza. In uno studio di tossicità embriofetale nel ratto, erdafitinib è risultato embriotossico e teratogeno, a tutte le dosi esaminate, a esposizioni inferiori a quelle nell'essere umano (cfr. Dati preclinici). Prima di iniziare l'assunzione di BALVERSA, le donne in età fertile devono eseguire un test di gravidanza ad alta sensibilità. Le donne in gravidanza devono essere informate del potenziale rischio per il feto. Istruire le pazienti in età fertile ad adottare metodi contraccettivi altamente efficaci prima e durante la terapia e per 1 mese dopo l'ultima dose (cfr. Gravidanza, allattamento).

Metastasi al sistema nervoso centrale (SNC)

Poiché i pazienti con metastasi del SNC sintomatiche sono stati esclusi dallo studio, l'efficacia non è stata esaminata in questa popolazione e non è possibile formulare raccomandazioni posologiche; tuttavia, si prevede che la penetrazione della barriera ematoencefalica da parte di erdafitinib sia bassa (cfr. Dati preclinici).

Combinazione con inibitori forti o moderati del CYP2C9 o del CYP3A4

L'uso concomitante di BALVERSA con inibitori moderati del CYP2C9 o forti del CYP3A4 richiede un adeguamento della dose (cfr. Interazioni).

Combinazione con induttori forti o moderati del CYP3A4

L'uso concomitante di BALVERSA con induttori potenti del CYP3A4 non è raccomandato. L'uso concomitante di BALVERSA con induttori moderati del CYP3A4 richiede un adeguamento della dose (cfr. Interazioni).

Combinazione con contraccettivi ormonali

La somministrazione concomitante di BALVERSA può ridurre l'efficacia dei contraccettivi ormonali. Le pazienti che utilizzano contraccettivi ormonali devono essere istruite ad adottare misure contraccettive alternative non influenzate dall'assunzione di induttori enzimatici (ad es. IUD non ormonale) oppure un contraccettivo non ormonale aggiuntivo (ad es., preservativo) durante il trattamento e fino a 1 mese dopo l'ultima dose di BALVERSA (cfr. Interazioni e Gravidanza, allattamento).

Sostanze ausiliarie

Questo medicamento contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa rivestita con film, cioè è essenzialmente «senza sodio».

Interazioni

Interazioni farmacocinetiche

Influsso di altre sostanze sulla farmacocinetica di erdafitinib

Inibitori moderati del CYP2C9 o potenti del CYP3A4

La somministrazione concomitante con un inibitore moderato del CYP2C9 o potente del CYP3A4 ha aumentato l'esposizione a erdafitinib e può aumentare la tossicità correlata al medicamento. I rapporti medi (IC 90%) di Cmax e AUC per erdafitinib sono stati rispettivamente del 121% (99,9, 147) e del 148% (120, 182) in caso di co-somministrazione con fluconazolo, un inibitore moderato del CYP2C9 e del CYP3A4, rispetto a erdafitinib da solo. La Cmax e la AUC di erdafitinib sono state rispettivamente del 105% (IC 90%: 86,7, 127) e del 134% (IC 90%: 109, 164) in caso di co-somministrazione con itraconazolo, potente inibitore del CYP3A4 e inibitore della P-gp, rispetto a erdafitinib da solo. Devono essere presi in considerazione principi attivi alternativi con potenziale di inibizione enzimatica minimo o nullo. Se BALVERSA viene somministrato in concomitanza con un inibitore moderato del CYP2C9 o potente del CYP3A4 (come itraconazolo, ketoconazolo, posaconazolo, voriconazolo, fluconazolo, miconazolo, ceritinib, claritromicina, elvitegravir, ritonavir, lopinavir, amiodarone, piperina), la dose di BALVERSA deve essere ridotta in base alla tollerabilità (cfr. Posologia/impiego). Se l'inibitore moderato del CYP2C9 o potente del CYP3A4 viene sospeso, la dose di BALVERSA può essere aggiustata in base alla tollerabilità.

Il consumo di pompelmo o arance amare (arance di Siviglia) durante l'assunzione di BALVERSA deve essere evitato a causa della forte inibizione di CYP3A4.

Potenti o moderati induttori del CYP3A4

La somministrazione concomitante con carbamazepina, un potente induttore del CYP3A4 e debole induttore del CYP2C9, determina una riduzione dell'esposizione a erdafitinib. Il rapporto medio di Cmax e AUC per erdafitinib libero è stato rispettivamente del 78% (IC 90%: 72,8, 83,1) e del 45% (IC 90%: 39,7, 51,6) in caso di somministrazione concomitante con carbamazepina, un potente induttore del CYP3A4 e debole induttore del CYP2C9, rispetto a erdafitinib da solo. La somministrazione concomitante di induttori potenti del CYP3A4 (come apalutamide, enzalutamide, lumacaftor, ivosidenib, mitotane, rifampicina, carbamazepina, fenitoina e iperico) e BALVERSA deve essere evitata. Se all'inizio del trattamento con BALVERSA deve essere co-somministrato un induttore moderato del CYP3A4 (come dabrafenib, bosentan, cenobamato, efavirenz, etravirina, lorlatinib, modafinil, fenobarbital, primidone, rifabutina, sotorasib, telotristat etile), la dose deve essere aumentata con cautela di 1-2 mg e aggiustata gradualmente ogni due-tre settimane in base al monitoraggio clinico delle reazioni avverse, senza superare i 9 mg. Se l'induttore moderato del CYP3A4 viene interrotto, la dose di BALVERSA può essere aggiustata secondo la tollerabilità.

Medicamenti che riducono l'acidità

Erdafitinib è un principio attivo di classe BCS I con sufficiente solubilità nell'intervallo di pH compreso tra 1 e 7,4. Non si prevede che i medicamenti che riducono l'acidità (ad es. antiacidi, H2-antagonisti o inibitori della pompa protonica) influiscano sulla biodisponibilità di erdafitinib.

Medicamenti che influiscono sui trasportatori

Erdafitinib è un substrato di P-gp, ma non di BCRP, OATP1B1 e OATP1B3. Non si prevede che gli inibitori della P-gp influiscano sulla farmacocinetica di erdafitinib in misura clinicamente rilevante.

Sevelamer

Non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di erdafitinib in pazienti trattati con sevelamer.

Influsso di erdafitinib sulla farmacocinetica di altre sostanze

Substrati delle principali isoforme del CYP

Erdafitinib non inibisce i principali isoenzimi del CYP a concentrazioni clinicamente rilevanti. Tuttavia, ha dimostrato di essere, in vitro, un debole inibitore dell'attività del CYP3A4 tempo-dipendente e un debole induttore del CYP3A4. I rapporti medi di Cmax e AUC per midazolam (un substrato sensibile del CYP3A4) sono stati rispettivamente dell'86,3% (IC 90%: 73,5, 101) e dell'82,1% (IC 90%: 70,8 e 95,2) in caso di somministrazione concomitante con erdafitinib rispetto a midazolam da solo. Erdafitinib non ha effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica di midazolam.

Tuttavia, non si può escludere che l'induzione del CYP3A4 dopo la somministrazione di BALVERSA in monoterapia o in concomitanza con altri induttori del CYP3A4 possa ridurre l'efficacia della contraccezione ormonale. Le pazienti che utilizzano contraccettivi ormonali devono essere istruite ad adottare misure contraccettive alternative non influenzate dall'assunzione di induttori enzimatici (ad es., IUD non ormonale) oppure un contraccettivo non ormonale aggiuntivo (ad es., preservativo) durante il trattamento e fino a 1 mese dopo l'ultima dose di BALVERSA.

Substrati della P-glicoproteina (P-gp)

La somministrazione concomitante di BALVERSA con substrati della P-gp può aumentare la loro esposizione sistemica in caso di somministrazione concomitante. La somministrazione concomitante di BALVERSA e substrati orali della P-gp con indice terapeutico ristretto deve pertanto essere evitata. Se ciò non fosse possibile, i substrati orali della P-gp con indice terapeutico ristretto, come digossina, colchicina, dabigatran e apixaban, devono essere somministrati almeno 6 ore prima o dopo erdafitinib. Occorre inoltre fare riferimento alle informazioni contenute nell'Informazione professionale del singolo substrato della P-gp.

Altri trasportatori

Erdafitinib non è un inibitore idi OATP1B3, OAT1 e OAT3 in vitro. A concentrazioni clinicamente rilevanti, erdafitinib non è considerato un inibitore dei trasportatori BCRP, OATP1B, OCT1, MATE-1 e MATE-2K. Erdafitinib è un inibitore di OCT2 in vitro. Tuttavia, i rapporti medi di Cmax und AUC per metformina (un substrato sensibile di OCT2) sono stati rispettivamente del 109% (IC 90%: 90,3, 131) e del 114% (IC 90%: 93,2, 139) in caso di somministrazione concomitante con erdafitinib rispetto a metformina da sola. Erdafitinib non ha effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica di metformina.

Interazioni farmacodinamiche

Medicamenti che alterano i livelli sierici di fosfato

Nei pazienti in terapia con BALVERSA, è necessario evitare l'uso di medicinali che possano alterare i livelli di fosfato sierico fino alla valutazione dei livelli sierici di fosfato prevista a 14-21 giorni dopo l'avvio del trattamento, a causa del potenziale impatto sulle decisioni relative alla titolazione verso l'alto.

Gravidanza, allattamento

Test di gravidanza

Prima di iniziare l'assunzione di BALVERSA, le donne in età fertile devono eseguire un test di gravidanza ad alta sensibilità.

Contraccezione

L'assunzione di BALVERSA comporta il rischio di danni al nascituro. Istruire le pazienti in età fertile ad adottare un metodo contraccettivo altamente efficace prima e durante la terapia e per 1 mese dopo l'ultima dose di BALVERSA. I pazienti di sesso maschile devono usare un metodo contraccettivo efficace (ad es. il preservativo) e devono astenersi dalla donazione di sperma o dalla sua conservazione durante la terapia e per 1 mese dopo l'ultima dose di BALVERSA.

La somministrazione concomitante di BALVERSA può ridurre l'efficacia dei contraccettivi ormonali. Le pazienti che assumono contraccettivi ormonali devono adottare metodi contraccettivi alternativi non influenzati dall'assunzione di induttori enzimatici (ad es. IUD non ormonali) o metodi contraccettivi non ormonali aggiuntivi (ad es. preservativi) durante il trattamento e fino a 1 mese dopo l'ultima dose di BALVERSA (cfr. Interazioni).

Gravidanza

Non sono disponibili dati sull'essere umano in merito ai rischi associati all'assunzione di erdafitinib. Gli studi sperimentali sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (embriotossicità e teratogenicità) (cfr. Dati preclinici). Il rischio potenziale per l'essere umano non è noto. BALVERSA non deve essere usato durante la gravidanza, a meno che il trattamento con erdafitinib non sia inequivocabilmente necessario a fronte delle condizioni cliniche della donna. Le donne in gravidanza e in età fertile devono essere informate del potenziale rischio per il feto.

Allattamento

Non sono disponibili dati sull'escrezione di erdafitinib nel latte materno o sugli effetti di BALVERSA sul lattante o sulla produzione di latte. Il rischio per il lattante non può essere escluso. Dato il potenziale di gravi effetti indesiderati nel lattante, le pazienti devono essere istruite ad astenersi dall'allattamento durante il trattamento e per almeno 1 mese dopo l'ultima dose di BALVERSA.

Fertilità

Non sono disponibili dati sui possibili effetti di BALVERSA sulla fertilità maschile o femminile. Gli studi sperimentali sugli animali con erdafitinib suggeriscono che la fertilità femminile può essere compromessa (cfr. Dati preclinici).

Effetti sulla capacità di condurre veicoli e sull'impiego di macchine

Non sono stati effettuati studi sugli effetti di erdafitinib sulla capacità di guidare veicoli e sull'impiego di macchine. Tuttavia, durante la terapia con inibitori di FGFR e BALVERSA sono state osservate patologie dell'occhio come retinopatia sierosa centrale o cheratite. I pazienti con sintomi vivisi legati alla terapia non devono guidare veicoli o utilizzare macchine fino alla risoluzione dei sintomi (cfr. Avvertenze e misure precauzionali).

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati sono eventi avversi che sulla base di una valutazione completa delle informazioni disponibili possono essere posti in correlazione all'uso di erdafitinib. Una relazione causale con erdafitinib non può essere dimostrata in modo affidabile nei singoli casi. Poiché gli studi clinici sono effettuati in condizioni molto diverse, le frequenze osservate degli eventi indesiderati non possono essere confrontate direttamente con i risultati dello studio di altri medicamenti e potrebbero quindi non corrispondere alle frequenze osservate nella pratica.

Riassunto del profilo di sicurezza

Il profilo di sicurezza si basa su dati aggregati di 1081 pazienti trattati con BALVERSA alla dose iniziale raccomandata di 8 mg o superiore, indipendentemente del tipo di tumore. La durata mediana della terapia è stata di 4,01 mesi (intervallo: 0,1-49,4 mesi).

1049 (97%) pazienti hanno riportato effetti indesiderati. L'effetto indesiderato più comune è stata l'iperfosfatemia (76%). Gli effetti indesiderati riportati con frequenza ≥10% sono stati stomatite (51%), diarrea (50%), bocca secca (43%), appetito ridotto (30%), cute secca (28,0%), sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare (PPES) (23%), alanina aminotransferasi (ALT) aumentata (23%), disgeusia (23%), aspartato aminotransferasi (AST) aumentata (21%), alopecia (20%), onicolisi (19%), occhio secco (18%), perdita di peso (15%), paronichia (15%), alterazione del colore delle unghie (14%), epistassi (13%), retinopatia sierosa centrale (12%), fastidio ungueale (11%), distrofia ungueale (11%) e creatinina ematica aumentata (10%).

Gli effetti indesiderati di grado 3 o superiore riportati con frequenza ≥3% sono stati stomatite (10%), sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare (6%), iponatriemia (5%), onicolisi (5%), alanina aminotransferasi (ALT) aumentata (4%), diarrea (3%), appetito ridotto (3%), iperfosfatemia (3%) e aspartato aminotransferasi (AST) aumentata (3%).

Effetti indesiderati che hanno portato a una riduzione della dose si sono verificati nel 51,4% dei pazienti. La stomatite (13,1%) è stata l'effetto indesiderato più comune che ha portato a una riduzione della dose.

Effetti indesiderati che hanno portato all'interruzione della terapia si sono verificati nel 6,1% dei pazienti. Il distacco dell'epitelio pigmentato della retina (0,6%) è stato l'effetto indesiderato più comune che ha portato all'interruzione della terapia.

Elenco degli effetti indesiderati

La Tabella 5 elenca gli effetti indesiderati riportati da pazienti trattati con BALVERSA alla posologia raccomandata di 8 mg o superiore, indipendentemente dal tipo di tumore. Gli effetti indesiderati sono elencati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA e la frequenza: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, < 1/10), non comune (≥1/1000, < 1/100), raro (≥1/10'000, < 1/1000), molto raro (< 1/10'000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno delle singole categorie di frequenza, gli effetti collaterali sono riportati in ordine di frequenza decrescente.

Tabella 5: Effetti indesiderati in pazienti trattati con BALVERSA

Categoria EI

 

Set di sicurezza completo di erdafitinib (8 mg o superiore indipendentemente dal tipo di tumore) (N=1081)

Termine preferito MedDRA

Categoria di frequenzaa

Tutti i gradi (%)

Grado 3 (%)

Grado 4 (%)

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Iperfosfatemia

molto comune

76

3

< 1

Appetito ridotto

molto comune

30

3

0

Iponatriemia

molto comune

11

5

1

Patologie gastrointestinali

Stomatite

molto comune

51

10

0

Diarrea

molto comune

50

3

< 1

Bocca secca

molto comune

43

< 1

0

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Cute secca

molto comune

28

1

0

Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare

molto comune

23

6

0

Alopecia

molto comune

20

< 1

0

Onicolisi

molto comune

19

5

0

Paronichia

molto comune

15

2

0

Alterazione del colore delle unghie

molto comune

14

1

0

Patologia delle unghie

molto comune

11

1

0

Distrofia ungueale

molto comune

10

2

0

Onicomadesi

comune

8

1

0

Prurito

comune

5

0

0

Striature ungueali

comune

3

< 1

0

Onicalgia

comune

3

1

0

Screpolature della pelle

comune

3

< 1

0

Onicoclasia

comune

2

< 1

0

Esfoliazione cutanea

comune

2

0

0

Xeroderma

comune

2

0

0

Ipercheratosi

comune

2

< 1

0

Eczema

comune

1

0

0

Sanguinamento del letto ungueale

non comune

1

0

0

Lesione cutanea

non comune

1

< 1

0

Eritema palmare

non comune

1

0

0

Tossicità cutanea

non comune

1

< 1

0

Fastidio ungueale

non comune

< 1

0

0

Atrofia cutanea

non comune

< 1

0

0

Esami diagnostici

Alanina aminotransferasi (ALT) aumentata

molto comune

23

4

< 1

Aspartato aminotransferasi (AST) aumentata

molto comune

21

3

< 1

Peso diminuito

molto comune

15

1

0

Creatinina ematica aumentata

comune

10

< 1

0

Patologie dell'occhio

Occhio secco

molto comune

18

< 1

0

Retinopatia sierosa centrale (RCS)b

molto comune

12

1

0

Congiuntivite

comune

8

0

0

Cheratite

comune

5

1

< 1

Xeroftalmia

comune

3

< 1

0

Cheratite ulcerativa

comune

1

< 1

0

Patologie del sistema nervoso

Disgeusia

molto comune

23

1

0

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Epistassi

molto comune

13

0

0

Secchezza nasale

comune

6

0

0

Patologie renali e urinarie

Lesione renale acuta

comune

4

2

< 1

Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione

Secchezza della mucosa

comune

1

0

0

a Le categorie di frequenza si basano sulla frequenza di «tutti i gradi (%)»; molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, < 1/10), non comune (≥1/1000, < 1/100).

b Retinopatia sierica centrale (RCS) comprende distacco retinico, distacco vitreale, edema retinico, retinopatia, corioretinopatia, distacco dell'epitelio pigmentato della retina, distacco dell'epitelio pigmentato retinico maculare.

 

Descrizione di specifici effetti indesiderati e informazioni supplementari

I seguenti effetti indesiderati sono stati riportati in associazione alla somministrazione di BALVERSA e sono considerati effetti di classe degli inibitori della tirosin-chinasi di FGFR, che si verificano più comunemente:

Retinopatia sierosa centrale (RCS)

La RCS è stata riportata sia con l'uso di BALVERSA sia con altri inibitori di FGFR. L'effetto indesiderato di RCS è stato riportato nel 15,3% dei pazienti. Gli eventi più comunemente riportati sono stati corioretinopatia, distacco dell'epitelio pigmentato della retina, distacco retinico, retinopatia e fluido subretinico. La maggior parte dei casi di retinopatia sierosa centrale si è verificata entro i primi 90 giorni di terapia. Il tempo mediano al primo evento di qualsiasi grado è stato di 50 giorni (cfr. Avvertenze e misure precauzionali).

Patologie dell'occhio

Patologie dell'occhio (diverse dalla retinopatia sierica centrale) sono state riportate nel 41,9% dei pazienti. Gli eventi più comunemente riportati sono stati occhio secco (18,2%), visione annebbiata (10,5%) e congiuntivite (7,9%). Dei pazienti che hanno manifestato eventi, il 6,7% ha dovuto ridurre la dose e il 9,2% ha dovuto interrompere la dose; l'1,7% ha dovuto interrompere erdafitinib a causa di patologie dell'occhio. Il tempo mediano al primo evento di patologie dell'occhio è stato di 45 giorni (cfr. Avvertenze e misure precauzionali).

Patologie delle unghie

Patologie delle unghie sono state riportate nel 58,1% dei pazienti. Gli eventi più comunemente riportati sono stati onicolisi (18,8%), paronichia (14,6%), alterazione del colore delle unghie (13,6%), patologia delle unghie (11,2%), distrofia unguela (10,2%) e onicomadesi (7,9%). La frequenza d'insorgenza delle patologie delle unghie è aumentata dopo il primo mese di esposizione. Il tempo mediano al primo evento di patologia delle unghie di qualsiasi grado è stato di 57 giorni.

Malattie della pelle

Malattie della pelle sono state riportate nel 51,9% dei pazienti. Gli eventi più comunemente riportati sono stati cute secca (28,2%) e sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare (23,2%). Il tempo mediano al primo evento di malattia della pelle di qualsiasi grado è stato di 43 giorni.

Patologie gastrointestinali

Patologie gastrointestinali sono state riportate nell'80,6% dei pazienti. Gli eventi più comunemente riportati sono stati stomatite (50,9%), diarrea (50,4%) e bocca secca (43,5%). Il tempo mediano al primo evento di patologie gastrointestinali di qualsiasi grado è stato di 14 giorni.

Iperfosfatemia e calcificazione dei tessuti molli

BALVERSA può causare iperfosfatemia. L'iperfosfatemia persistente può provocare calcificazione dei tessuti molli, calcinosi cutanea, calcifilassi non uremica, ipocalcemia, anemia, iperparatiroidismo secondario, crampi muscolari, crisi convulsive, prolungamento dell'intervallo QT e aritmie cardiache. L'iperfosfatemia è stata riportata come evento indesiderato nel 75,9% dei pazienti trattati con BALVERSA. Non sono stati riportati casi gravi di iperfosfatemia. L'iperfosfatemia è stata riportata precocemente durante il trattamento con erdafitinib, con eventi di grado 1-2 osservati generalmente entro i primi 3 mesi ed eventi di grado 3 osservati entro il primo mese. Il tempo mediano di insorgenza di iperfosfatemia di qualsiasi grado è stato di 15 giorni. È stata osservata calcificazione vascolare nello 0,1% dei pazienti trattati con BALVERSA.

Dei 1081 pazienti trattati con BALVERSA alla posologia di 8 mg o superiore negli studi clinici, il 56,2% dei pazienti aveva meno di 65 anni di età, il 31,7% dei pazienti aveva tra 65 e 74 anni di età e il 12% aveva 75 anni o più. Nei pazienti di età superiore a 65 anni trattati con BALVERSA, gli effetti indesiderati che hanno reso necessaria l'interruzione della terapia sono stati più frequenti rispetto ai pazienti più giovani. Negli studi clinici, l'incidenza di interruzioni della terapia con BALVERSA a causa di effetti collaterali è stata del 10% nei pazienti di età inferiore a 65 anni, del 16,9% nei pazienti di età compresa tra 65 e 74 anni e del 32,3% nei pazienti di età pari o superiore a 75 anni.

La notifica di effetti collaterali sospetti dopo l'omologazione del medicamento è molto importante. Consente una sorveglianza continua del rapporto rischio-beneficio del medicamento. Chi esercita una professione sanitaria è invitato a segnalare qualsiasi nuovo o grave effetto collaterale sospetto attraverso il portale online ElViS (Electronic Vigilance System). Maggiori informazioni sul sito www.swissmedic.ch

Posologia eccessiva

Segni e sintomi

Non sono disponibili informazioni sul sovradosaggio di BALVERSA.

Trattamento

Non è noto un antidoto specifico in caso di sovradosaggio di BALVERSA. In caso di sovradosaggio, la somministrazione di BALVERSA deve essere interrotta. Devono essere adottate misure generali di supporto fino all'attenuazione o alla risoluzione completa della tossicità clinica.

Proprietà/Effetti

Codice ATC

L01EN01

Meccanismo d'azione

Erdafitinib è un pan-inibitore orale della tirosin-chinasi di FGFR altamente selettivo e potente, con elevata affinità e attività inibitoria a basse concentrazioni nanomolari per tutti i membri della famiglia FGFR, FGFR 1, 2, 3 e 4. Per le linee cellulari tumorali che attivano la via di segnalazione di FGFR, la concentrazione necessaria per inibire il 50% della crescita tumorale (IC50) rientra nell'intervallo nanomolare basso compreso tra 0,1 e 129,2 nM.

Erdafitinib ha dimostrato attività antitumorale nelle linee cellulari controllate da FGFR e nei modelli di xenotrapianto derivanti da diversi tipi di tumore, compreso il cancro della vescica.

Farmacodinamica

Elettrofisiologia cardiaca

In base alla valutazione dell'intervallo QTc in uno studio di aumento ed espansione della dose in aperto condotto in 187 pazienti con tumore, erdafitinib non ha sortito effetti di rilievo (ossia > 20 ms) sull'intervallo QTc.

Fosfato sierico

Erdafitinib ha aumentato la concentrazione sierica di fosfato, un biomarcatore farmacodinamico dell'inibizione di FGFR. Il raggiungimento di concentrazioni sieriche di fosfato ≥5,5 mg/dl nei cicli iniziali con somministrazione giornaliera continua è associato ad un miglioramento della risposta clinica (cfr. Posologia/impiego).

Efficacia clinica

Carcinomi uroteliali con alterazioni selezionate di FGFR

L'efficacia di BALVERSA è stata valutata nello studio BLC3001 (THOR), uno studio randomizzato, in aperto, multicentrico di fase 3 volto a valutare la sopravvivenza globale (OS) associata a erdafitinib rispetto a chemioterapia (docetaxel o vinflunina) o pembrolizumab in pazienti portatori di alterazioni selezionate di FGFR, affetti da carcinoma uroteliale avanzato e in progressione dopo una o due terapie precedenti, almeno una delle quali con inibitore di PD-1 o PD-L1 (anti-PD-(L)-1, [Coorte 1]) o dopo una terapia precedente, senza agente anti-PD (L)1 (Coorte 2). Si definiscono pazienti che hanno ricevuto una terapia sistemica allo stadio metastatico i pazienti sottoposti a chemioterapia o immunoterapia neoadiuvante o adiuvante con progressione della malattia entro 12 mesi dall'ultima dose.

Studio BLC3001 (THOR) – Coorte 1

Un totale di 266 pazienti precedentemente trattati con un agente anti-PD-(L)-1 sono stati randomizzati a ricevere erdafitinib (8 mg con titolazione individuale a 9 mg) rispetto a una chemioterapia (docetaxel 75 mg/m2 una volta ogni tre settimane o vinflunina 320 mg/m2 una volta ogni tre settimane). Dei 136 pazienti randomizzati nel braccio di trattamento con erdafitinib, 135 hanno ricevuto il trattamento previsto e dei 130 pazienti randomizzati nel braccio di trattamento con chemioterapia, 112 hanno ricevuto il trattamento previsto.

I tumori dovevano presentare almeno una delle seguenti fusioni di FGFR: FGFR2-BICC1, FGFR2-CASP7, FGFR3-TACC3, FGFR3-BAIAP2L1; oppure una delle seguenti mutazioni geniche di FGFR3: R248C, S249C, G370C, Y373C. Nella Coorte 1, l'idoneità molecolare è stata determinata sulla base dei risultati di FGFR centrali (74,6%) o locali (25,4%). I campioni tumorali sono stati testati in un laboratorio centrale mediante reazione a catena della polimerasi (PCR) per le alterazioni genetiche di FGFR. Test storici locali su campioni di tumori o di sangue si basavano su test di sequenziamento di nuova generazione (Next Generation Sequencing, NGS) eseguiti localmente.

Nella Coorte 1, il 99,2% dei pazienti presentava alterazioni geniche di FGFR (2 pazienti non presentavano alterazioni di FGFR: l'80,8% dei pazienti presentava mutazioni FGFR3, il 16,5% fusioni di FGFR3 e l'1,9% dei pazienti presentava sia mutazioni sia fusioni di FGFR3). Nessun paziente presentava alterazioni di FGFR2. Tutti i pazienti con alterazioni FGFR nella Coorte 1 presentavano almeno un'alterazione di FGFR3. FGFR3-S249C era l'alterazione più comune (46,6%), seguita da FGFR3-Y373C (16,9%) e dalla fusione FGFR3-TACC3 (9,8%).

Le caratteristiche demografiche nella Coorte 1 erano equilibrate tra i gruppi di trattamento con erdafitinib e chemioterapia. L'età media dell'esame preliminare (screening) era di 67 anni (intervallo: 32-86 anni). La maggior parte dei pazienti aveva 65 anni o più: il 19,9% tra i 65 e i 69 anni; il 19,9% tra i 70 e i 74 anni; il 21,1% 75 anni o più. La maggior parte dei pazienti era di sesso maschile (71,4%) e di etnia bianca (54,1%). Nella Coorte 1, il 60,9% dei pazienti era di origine europea, il 4,9% nordamericana e il 34,2% proveniva dal resto del mondo. Solo un paziente era di colore/di origine afroamericana. Sebbene l'appartenenza etnica non fosse specificata nel 18,8% dei pazienti, solo il 2,3% dei pazienti era di origine latino-americana.

Tutti i pazienti presentavano un carcinoma a cellule transizionali, mentre una piccola percentuale (5,3%) dei pazienti presentava componenti minori (< 50% in totale) di un'altra istologia. Il tumore primitivo era localizzato nel tratto inferiore nel 66,5% dei pazienti e nel tratto superiore nel 33,5%. All'inizio della terapia, i pazienti presentavano un punteggio ECOG pari a 0 (42,9%), 1 (47,7%) o 2 (9,4%).

I pazienti con metastasi sintomatiche del sistema nervoso centrale sono stati esclusi dallo studio.

Tutti i pazienti avevano ricevuto almeno una precedente terapia antitumorale che doveva aver incluso una terapia anti-PD-(L)-1. Le terapie anti-PD-(L)-1 più comunemente impiegate comprendevano pembrolizumab (35,3%), avelumab (22,2%) e atezolizumab (19,5%). Non era richiesta una precedente chemioterapia, tuttavia la maggior parte dei pazienti (89,1%) aveva ricevuto almeno una precedente chemioterapia. Quasi tutti i pazienti avevano ricevuto una chemioterapia a base di platino (89,7% erdafitinib, 85,4% chemioterapia): più comunemente cisplatino (55,9% erdafitinib, 45,4% chemioterapia), seguito da carboplatino (27,2% erdafitinib, 31,5% chemioterapia).

L'endpoint primario di efficacia era la sopravvivenza globale. La risposta radiologica è stata valutata dagli sperimentatori secondo RECIST (Response Evaluation Criteria in Solid Tumours Versione 1.1) fino a progressione della malattia, tossicità inaccettabile, ritiro del consenso o alla decisione dello sperimentatore di interrompere la terapia oppure fino al termine dello studio, a seconda di quale evento si sia verificato per primo. La sopravvivenza libera da progressione (PFS), il tasso di risposta obiettiva (ORR) e la durata della risposta erano endpoint secondari di efficacia.

La valutazione centrale dell'efficacia si basa sui dati di 136 pazienti trattati nello studio BLC3001 con lo schema posologico giornaliero da 8 mg o 9 mg di erdafitinib. L'endpoint primario di efficacia OS ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della OS nei pazienti trattati con erdafitinib rispetto alla chemioterapia, con un prolungamento significativo della OS per erdafitinib rispetto alla chemioterapia (OS mediano di 12,1 vs 7,8 mesi; HR = 0,64; IC 95%: 0,47, 0,88; p = 0,0050). Ciò equivale una riduzione del 36,0% del rischio di morte nei pazienti trattati con erdafitinib rispetto ai pazienti trattati con la chemioterapia. Il tasso di sopravvivenza stimato a 6 mesi è stato di 0,85 (IC 95%: 0,77, 0,90) e il tasso di sopravvivenza a 12 mesi è stato di 0,51 (IC 95%: 0,41, 0,60). Nel gruppo trattato con la chemioterapia, la OS mediana è stata di 7,8 mesi (IC 95%: 6,5, 11,1); il tasso di sopravvivenza stimato a 6 mesi è stato di 0,66 (IC 95%: 0,56, 0,74) e il tasso di sopravvivenza a 12 mesi è stato di 0,38 (IC 95%: 0,28, 0,47). La PFS mediana è stata di 5,55 mesi nel gruppo erdafitinib e di 2,73 mesi nel gruppo della chemioterapia. La terapia con erdafitinib ha determinato un miglioramento della risposta con un ORR (CR+PR) del 35,3% nel gruppo erdafitinib rispetto all'8,5% nel gruppo della chemioterapia.

I risultati di efficacia sono riassunti nella Tabella 6.

Tabella 6: Riepilogo dei risultati di efficacia nello studio BLC3001, Coorte 1

 

Erdafitinib (N = 136)

Chemioterapia (N = 130)

Sopravvivenza globale (OS)

 

Numero di eventi (%)

77 (56,6%)

78 (60,0%)

 

Mediana, mesi (IC 95%)

12,06 (10,28, 16,36)

7,79 (6,54, 11,07)

 

HR (IC 95%)

0,64 (0,47, 0,88)

 

Valore di p

0,0050

Sopravvivenza libera da progressione (PFS)

 

Numero di eventi (%)

101 (74,3%)

90 (69,2%)

 

Mediana, mesi (IC 95%)

5,55 (4,40, 5,65)

2,73 (1,81, 3,68)

 

HR (IC 95%)

0,58 (0,44, 0,78)

 

Valore di p

0,0002

Tasso di risposta obiettiva (ORR), confermato

 

Remissione completa (CR, %)

7 (5,1%)

1 (0,8%)

 

Remissione parziale (PR, %)

41 (30,1%)

10 (7,7%)

 

ORR (CR + PR)

48 (35,3%)

11 (8,5%)

 

Rischio relativo (RR), (IC 95%)

4,16 (2,27, 7,64)

 

Valore di p

< 0,001

Tutti i valori di p indicati sono bilaterali.

Nota: l'analisi stratificata di OS, PFS e ORR prescritta dal piano di analisi statistica (SAP) è stata determinata da un algoritmo di stratificazione. Dato il numero limitato di eventi per braccio di terapia (ossia < 10 eventi) per strato per OS e PFS, i fattori di stratificazione sono stati eliminati in base all'algoritmo e le analisi non sono state stratificate per OS e PFS. L'analisi dell'ORR è stata stratificata in base allo stato di validità ECOG secondo l'algoritmo di raggruppamento.

 

Farmacocinetica

Dopo somministrazione singola e ripetuta una volta al giorno, l'esposizione a erdafitinib (concentrazione plasmatica massima osservata [Cmax] e area sotto la curva concentrazione plasmatica-tempo [AUC]) è aumentata in modo proporzionale alla dose nell'intervallo di dosi compreso tra 0,5 e 12 mg. Lo stato di equilibrio dinamico è stato raggiunto dopo 2 settimane di somministrazione una volta al giorno e il rapporto medio di accumulo è stato di quattro volte. Dopo somministrazione di 8 mg una volta al giorno, la dose iniziale raccomandata, la Cmax media (coefficiente di variazione [CV%]) di erdafitinib allo stato di equilibrio dinamico, la AUCτ e la concentrazione plasmatica minima osservata (Cmin) erano pari rispettivamente a 1399 ng/ml (50,8%), 29'268 ng.h/ml (59,9%) e 936 ng/ml (64,9%). Le fluttuazioni giornaliere delle concentrazioni plasmatiche di erdafitinib sono state basse, con un rapporto medio (CV%) tra le concentrazioni di picco e di valle di 1,47 (23%) allo stato di equilibrio dinamico dopo somministrazione giornaliera.

Assorbimento

Dopo somministrazione orale di una singola dose, il tempo mediano al raggiungimento della concentrazione plasmatica di picco (tmax) è stato di 2,5 ore (intervallo: 2-6 ore) con un assorbimento orale quasi completo.

Influsso del cibo

La somministrazione di erdafitinib a volontari sani in condizioni di digiuno e con un pasto ad alto contenuto di grassi non ha comportato variazioni clinicamente rilevanti della Cmax e della AUC. Il tempo mediano al raggiungimento del tmax è risultato ritardato di circa 1,5 ore con il cibo (cfr. Posologia/impiego).

Distribuzione

Il volume medio apparente di distribuzione di erdafitinib in pazienti con tumore è stato di 28,8 l.

Nei pazienti con tumore, erdafitinib era legato per il 99,7% alle proteine plasmatiche umane, preferibilmente alla α1-glicoproteina acida (AGP).

Metabolismo

Il metabolismo costituisce la principale via di eliminazione di erdafitinib. Nell'essere umano, erdafitinib è metabolizzato prevalentemente dal CYP2C9 e dal CYP3A4 nel principale metabolita O-demetilato. Il contributo di CYP2C9 e CYP3A4 alla clearance totale di erdafitinib è stimato rispettivamente nel 39% e nel 20%. Erdafitinib immodificato era la principale frazione del medicamento presente nel plasma e non sono stati rilevati metaboliti circolanti.

Eliminazione

La clearance apparente (CL/F) totale media di erdafitinib nei pazienti è risultata pari a 0,362 l/h.

L'emivita media effettiva di erdafitinib nei pazienti era di 58,9 ore.

Escrezione

Dopo una somministrazione singola orale di erdafitinib radiomarcato con [14C], il 69% della dose è stato recuperato nelle feci (il 14-21% come erdafitinib immodificato) e il 19% nelle urine (il 13% come erdafitinib immodificato) fino a 16 giorni dopo.

Cinetica di gruppi di pazienti speciali

Non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di erdafitinib in base a età (21-92 anni), sesso, appartenenza etnica (bianca, latino-americana o asiatica) o peso corporeo (36-166 kg).

Disturbi della funzionalità epatica

Sulla base dell'analisi farmacocinetica, non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di erdafitinib in presenza di compromissione epatica lieve (Child-Pugh A) o moderata (Child-Pugh B) e in presenza di funzionalità epatica normale.

Disfunzioni renali

Non sono state osservate differenze clinicamente significative nella farmacocinetica di erdafitinib tra funzionalità renale normale (eGFR-MDRD [modifica della velocità di filtrazione glomerulare stimata della nutrizione nelle patologie renali] ≥90 ml/min/1,73 m2) e compromissione renale lieve (eGFR-MDRD 60-89 ml/min/1,73 m2) nonché moderata (eGFR-MDRD 30-59 ml/min/1,73 m2).

Popolazione pediatrica

La farmacocinetica di erdafitinib nei pazienti pediatrici non è stata esaminata.

Metabolizzatori lenti del CYP2C9

L'esposizione a erdafitinib per i genotipi CYP2C9 *1/*2 e *1/*3 è risultata comparabile a quella osservata nel wild-type e risultati simili sono stati ottenuti con simulazioni. Non sono disponibili dati per altri genotipi (ad es. *2/*2, *2/*3 e *3/*3). Le simulazioni non hanno evidenziato variazioni clinicamente rilevanti dell'esposizione a erdafitinib per CYP2C9 *2/*2 e *2/*3. Si prevede che l'esposizione a erdafitinib sia aumentata del 50% nel genotipo CYP2C9 *3/*3, che si stima costituisca tra lo 0,4% e il 3% della popolazione in diversi gruppi etnici e che rappresenti lo scenario più sfavorevole tra le diverse popolazioni eterogenee di metabolizzatori lenti del CYP2C9.

Dati preclinici

Farmacologia di sicurezza e tossicità per somministrazione ripetuta

Erdafitinib è un bloccante intrinseco del gene umano ether-à-go-go-related (hERG) con una tendenza proaritmica che si è manifestata con un prolungamento della ripolarizzazione (intervallo QT corretto) dopo somministrazione endovenosa nel cane e nella cavia anestetizzati e dopo somministrazione orale nel cane cosciente. Il valore di «assenza di effetti» corrisponde a un margine di sicurezza di 2,4 rispetto alla massima concentrazione plasmatica libera allo stato di equilibrio dinamico clinico (Cmax,u) per una dose di 9 mg una volta al giorno.

In studi di tossicità per somministrazione ripetuta condotti in ratti e cani per un periodo fino a 90 giorni sono state osservate displasia della cartilagine e calcificazione dei tessuti molli come principali tossicità correlate al medicamento a esposizioni inferiori a quelle osservate nell'essere umano a tutte le dosi esaminate. Quando i ratti sono stati alimentati con una dieta addizionata con sevelamer, un legante del fosfato, la calcificazione dei tessuti molli si è ridotta. È stata riscontrata atrofia delle strutture ghiandolari ed epiteliali (alterazioni dentali, assottigliamento dell'epitelio corneale, atrofia delle ghiandole lacrimali, alterazioni del pelo e delle unghie).

Le calcificazioni dei tessuti molli (ad eccezione della mineralizzazione dell'aorta nei cani), la condrodisplasia nei ratti e nei cani nonché l'atrofia della ghiandola mammaria nei ratti sono state parzialmente o totalmente ripristinate al termine di un periodo di recupero di quattro settimane senza medicamento.

Genotossicità

Erdafitinib non ha indotto mutazioni al test di mutazione batterica inversa (test di Ames) e non è risultato genotossico né nel test del micronucleo in vitro né nel test del micronucleo del midollo osseo di ratto in vivo.

Cancerogenicità

Non sono stati effettuati studi a lungo termine sugli animali per esaminare il potenziale cancerogeno di erdafitinib.

Tossicità riproduttiva

Non sono stati effettuati studi sulla fertilità negli animali con erdafitinib. Nello studio di tossicità generale della durata di 3 mesi nel ratto sono stati osservati effetti sugli organi riproduttivi femminili (necrosi dei corpi lutei) a un'esposizione simile all'area di esposizione alla posologia clinica massima raccomandata di 9 mg.

Erdafitinib è risultato teratogeno ed embriotossico nei ratti a ≥4 mg/kg/giorno, che corrispondono a esposizioni inferiori a tutte le posologie nell'essere umano. La tossicità fetale è risultata caratterizzata da difetti delle mani o dei piedi e malformazioni di alcuni vasi sanguigni maggiori, come l'aorta.

Altre indicazioni

Incompatibilità

Non applicabile.

Stabilità

Il medicamento non dev'essere utilizzato oltre la data indicata con «EXP» sul contenitore.

Indicazioni particolari concernenti l'immagazzinamento

Non conservare a temperature superiori a 30°C.

Conservare nella confezione originale.

Conservare fuori dalla portata dei bambini.

Indicazioni per la manipolazione

Il medicamento non utilizzato o i rifiuti da esso derivanti devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

Numero dell'omologazione

67660 (Swissmedic)

Confezioni

BALVERSA 3 mg: flaconi da 56 e 84 compresse rivestite con film. [A]

BALVERSA 4 mg: flaconi da 28 e 56 compresse rivestite con film. [A]

BALVERSA 5 mg: flaconi da 28 compresse rivestite con film. [A]

Titolare dell’omologazione

Janssen-Cilag AG, Zugo

Stato dell'informazione

Agosto 2024